Vivere un momento di penitenza e riconciliazione, così come Papa Francesco ha suggerito per questo tempo nel quale siamo impediti di muoverci da casa per ricevere l’assoluzione sacramentale: il vescovo raccomanda l’Atto di dolore perfetto del Beato Padre Marco d’Aviano per invocare il perdono dei peccati. E di farlo conoscere.
Poiché si verifica l’impossibilità di celebrare il sacramento della penitenza per evidenti ragioni di prudenza, si ricorda che, qualora i fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, “una sincera richiesta di perdono accompagnata dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1452). A tale proposito di seguito trovate il testo dell’Atto di dolore perfetto del Beato Padre Marco d’Aviano (dalle indicazioni generali alla diocesi 31 marzo 2020 del vescovo G. Pellegrini)
ATTO DI DOLORE PERFETTO del Beato Marco
Gesù, Maria!
Io debole creatura e indegna, prostrato ai Tuoi piedi confesso con intenso dolore e con l’anima piena di confusione le innumerevoli negligenze e peccati che ho commesso nella mia vita. Ti ho offeso, mio Dio, Ti ho offeso e mi pento dal profondo del cuore. Nella viva speranza del Tuo santo aiuto, ho il fermo proposito di morire piuttosto che commettere ancora un solo peccato mortale. Mi dolgo senza fine dei miei peccati, soprattutto per questo: perché ho offeso Te, mio Dio infinitamente buono e amoroso, dalla cui lode, ringraziamento e glorificazione nessuna creatura dovrebbe mai cessare. Amen
UN COMMENTO ALL’ATTO DI DOLORE PERFETTO
Dio ti perdona senz’altro, senza più ricordare il tuo peccato, se riconosci umilmente e sinceramente gli errori e lo fai perché ami Dio.
In questo tempo di Settimana Santa (verso la celebrazione pasquale e anche la domenica della Divina Misericordia che la seguirà) e delle protratte, forti restrizioni dell’emergenza coronavirus, risuona nella nostra diocesi il messaggio penitenziale del Beato Marco d’Aviano che papa San Giovanni Paolo II ebbe a definire, il giorno della beatificazione (27 aprile 2003), “profeta disarmato della misericordia divina”.
Padre Marco incoraggiava a ricorrere a Dio che – ripeteva – “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cfr Ezechiele 33,11). Ripetute erano le esortazioni al pentimento che rivolgeva alle folle al suo passaggio nelle città d’Europa (eccezionali i viaggi missionari degli anni 1680-1681) o durante i quaresimali: mai una volta omise di predicarli, anche quando era minacciata la pace e persino l’identità del continente.
Nei ventitré anni di vita pubblica, iniziata con il primo miracolo nel 1676, Padre Marco fu fedele a una missione: il ritorno a Dio dell’uomo che sbaglia. Di qui la raccomandazione sua, valida dopo più di tre secoli: rivolgersi apertamente a Dio, con l’Atto di dolore perfetto, fatto cioè senza paura, correndo incontro al Padre buono del figliol prodigo, che è Padre di misericordia e ti perdona senz’altro, senza più ricordare il tuo peccato, se riconosci umilmente e sinceramente gli errori e lo fai perché ami Dio. Padre Marco si diede con tutte le forze, sino alla morte il 13 agosto 1699, perché tutti chiedessero e trovassero salvezza.
Solo dopo avere suscitato un vero pentimento delle colpe, e dopo la recita collettiva dell’atto di contrizione con il proposito di ricorrere quanto prima ai mezzi sacramentali della confessione e comunione, il predicatore cappuccino impartiva la benedizione, annessa alla quale aveva ottenuto dal 1681 il privilegio dal papa dell’indulgenza plenaria. Il passaggio di Padre Marco era così “giubileo” e miracoli e grazie, spirituali e materiali, Dio elargiva per l’intercessione di questo grande apostolo di misericordia. Egli anche raccolse le sue ardenti esortazioni all’amore che autentico il cristiano deve a Dio Padre in due scritti spirituali pubblicati con i titoli di Gravità del peccato mortale e Fiamme d’amore di Dio. Essi, diffusi in diverse lingue d’Europa, trovarono larga accoglienza nelle diocesi toccate dall’itinerario di fede e misericordia del Beato Marco, tanto che diversi vescovi introdussero, anche per decreto (così per esempio a Colonia il 22 novembre 1680), la pratica frequente dell’Atto di dolore perfetto nelle loro diocesi. (a cura del Comitato Beato Marco per la causa di canonizzazione)