Carissimi tutti,
siamo a comunicarVi che Padre Flavio Roberto Carraro, amatissimo vescovo e presidente onorario del Comitato Beato Marco, è entrato ieri sera, 17 giugno 2022, nella comunione dei santi. Ci meraviglia la coincidenza di data con quella, quattordici anni fa, della morte del nostro e “suo” padre Venanzio, che proprio Padre Flavio, allora (1977) provinciale dei Cappuccini, aveva indicato come vicepostulatore per la ripartenza della bloccata causa di Padre Marco. C’è un’altra coincidenza: il medesimo luogo del transito a Dio di questi due amici dei santi e amici tra loro, Conegliano, dove Padre Flavio occupava la medesima stanza di convento-infermeria dei Cappuccini Veneti che fu del nostro Venanzio (nell’annessa chiesa era da poco terminata la messa votiva annuale del Beato Marco per Conegliano annualmente promossa dal nostro Comitato).
Li unì la vocazione cappuccina, li unì la stima grande, li unì anche la stessa ansia per la glorificazione di Padre Marco. Per questo Padre Flavio non esitò a impegnarsi nella ricostituzione del Comitato. Non bastava la beatificazione, diceva: e indicava sempre la meta della canonizzazione.
Dobbiamo continuare a perseguirla pure per la fiducia che lui riponeva in questo cammino, primo in fervore sulle orme di colui che chiamava maestro invece che padre (Venanzio).
Siamo uniti a tutti i cappuccini nel momento del passaggio a Dio dell’amabile e pure forte frate cappuccino che è stato padre Carraro. Ci mancherà la sua saggezza. È stato un punto di riferimento autorevole per molti e per molte cause e situazioni. Aveva il dono di vedere lontano: da un lontano che crediamo vicino in virtù della fede nella comunione dei santi continui a stare con noi, con i devoti che desiderano il Beato Marco santo canonizzato.
Grazie, padre e vescovo Flavio, di quello che sei stato tra i tuoi frati con compiti di tanta responsabilità (ministro provinciale e generale) e hai operato nella Chiesa come vescovo ad Arezzo e a Verona! Grazie dell’amicizia fraterna a noi, proverbiale! Ora sia anche il Beato Marco la tua corona! Da lassù benedicici ancora con la tua mano mite e forte!
Don Luigi
con la presidenza del Comitato Beato Marco d’Aviano per la causa di canonizzazione
18 giugno 2022NB – Le esequie del vescovo Monsignor Flavio Roberto Carraro si celebrano a Verona, nella Chiesa Cattedrale, martedì 21 giugno 2022 alle ore 9.30. E qui viene sepolto il suo corpo nell’attesa della Risurrezione.
Invitiamo i sacerdoti membri del Comitato e devoti del Beato Marco a suffragarne l’anima nella celebrazione eucaristica. Grazie!
Portiamo a conoscenza qui quanto inviamo a “Il Popolo”, Pordenone. Scriveremo anche per “L’Azione” di Vittorio Veneto
Era terminata da poco a Conegliano la messa per l’anniversario di padre Venanzio – e votiva annuale del Beato Padre Marco nel convento in cui questi divenne cappuccino – che anche padre Flavio Roberto Carraro, novantenne e da sei anni ospite della stessa stanza che in quell’infermeria di frati fu occupata dal Nostro, entrava nell’eternità beata. Aiuta a crederlo, non sottacendo una certa umana meraviglia, la coincidenza di data, 17 giugno, del passaggio di queste due anime ardenti di cappuccini, che hanno tanto amato Dio e si sono tanto stimate. Padre Flavio chiamava Venanzio “maestro” non padre, ricordando la bellezza e chiarezza dell’insegnamento teologico da questo ricevuto. Consapevole del valore di padre Renier lo scelse, da provinciale veneto, per la “rinascita” nel 1977 dell’abbandonata causa di Marco d’Aviano. Guidò poi i Cappuccini sparsi nel mondo (ministro generale per dodici anni, 1982-1994), quindi nel 1996 fu eletto vescovo: di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e nel 1998 (fino al 2007) dell’importante Verona, fervida nella fede operosa (e ricca di cause di santi: introdusse lui quella dei fratelli Corrà), preparando qui il convegno ecclesiale nazionale del 2006.
Era un frate-pastore amabile, e fermo, padre Carraro, autorevolissimo, pure agli occhi di papa Francesco, suo amico personale: una figura tutta serafica (vestiva abitualmente il saio marrone anche da vescovo) per la serenità della sua azione di governo sorretta da spiritualità elevata, radicata nella Parola di Dio da lui tanto “spezzata” insieme al Pane Eucaristico nei corsi di esercizi spirituali, che donò pure ai nostri preti nella Casa Madonna Pellegrina. Venne qui molte altre volte, ovviamente: soprattutto per omaggiare Padre Marco (ad Aviano benedisse il monumento eretto dal parroco di Villotta don Terziano), pellegrinando a Roma per la beatificazione, nelle asperità del cui iter aveva spronato a non mollare, e poi a Vienna in veste di presidente onorario del Comitato Beato Marco, la cui pure rinascita volle, con dolcezza non disgiunta al suo piglio deciso, perché fosse comunque perseguita la meta della canonizzazione (lo scriveva sempre e ripeteva!). E ciò dopo che il maestro – ebbe a dire alle sue esequie – era entrato in quella comunione che permette di conoscere non “per sentito dire”, ma con “i miei occhi” (Giobbe 42,5). A vedere Dio, e i santi “suoi” cari, ora c’è anche lui, da un giorno di calendario forse non casuale.