Sul “Popolo” l’evento del 6 aprile

Sul quotidiano “il POpolo” di oggi l’evento del 6 aprile in cui verranno dedicati al Beato marco d’Aviano i Ponti di Tremeacque
Ponti tremeacque Il Popolo

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IL 6 APRILE L’INTITOLAZIONE DEI DUE PONTI DI TREMEACQUE AL BEATO MARCO, “PONTE D’EUROPA”

Iniziativa unica nel suo genere! Escogitata da monsignor Romano Nardin per dare imperitura memoria, nella zona in cui oggi è parroco, alla figura di Marco d’Aviano. Membro del Comitato per la causa di canonizzazione e sostenitore da sempre di questo cammino (era parroco del duomo di Conegliano allorché viveva in quella città il celebre padre Venanzio Renier), il sacerdote ha pensato che una via per Padre Marco nel comune della sua parrocchia – Ghirano di Prata – fosse “poco”. Ed ecco illuminarsi la lampadina: nel territorio ci sono i ponti di Tremeacque e sono due, uno sul Meduna e uno sul Livenza, a brevissima distanza tra di loro. Non potrebbero essere intitolati a Colui che fu un autentico “ponte” fra i popoli dell’Europa, unificatore ante litteram del nostro continente nel nome e con il programma della pace? Per giunta i due manufatti, datati all’anno 1922 nelle attuali strutture in ferro, uniscono – come rileva don Romano – friulani e veneti, ai quali Marco d’Aviano appartiene poiché friulano di nascita e veneto di formazione e residenza nei conventi di Cappuccini; e congiungono – i ponti – oltreché due regioni, anche due province (Pordenone e Treviso), tre comuni (Pasiano, Prata, Mansué) e, sul piano ecclesiastico, due diocesi (Concordia-Pordenone e Vittorio Veneto) e tre parrocchie (Rivarotta, Ghirano, Mansué).
Detto, fatto! L’idea, del tutto originale ma anche di spessore, ha trovato il convinto, immediato appoggio della Provincia di Pordenone, titolare dei ponti posti su arteria provinciale. Il presidente Alessandro Ciriani, coadiuvato dall’assessore Antonio Consorti, ha subito promosso l’installazione di tre tabelle marmoree indicative che saranno scoperte il giorno dell’intitolazione solenne prevista nella località Tremeacque domenica 6 aprile alle ore 16. Alla cerimonia hanno dato il patrocinio anche la provincia di Treviso, che interverrà con il presidente Leonardo Muraro, e i tre comuni “rivieraschi” di Prata, Pasiano e Mansué con i loro sindaci. Le tre comunità confluiranno ai ponti guidate dai parroci di Rivarotta, Mansué e dall’ospitante parroco di Ghirano, il quale ha agito d’intesa e per conto del Comitato per la causa del Beato Padre Marco.
Prima del momento dell’intitolazione è prevista una liturgia in onore del Beato Marco, inserita nel tempo quaresimale tanto congeniale all’annuncio dell’Apostolo del dolore perfetto e “carismatico uomo di pace” che il Beato Marco fu anche durante i suoi strepitosi quaresimali (da ricordare quello da lui tenuto nella vicina Oderzo nel 1685 e l’ultimo della sua vita a Ceneda nel 1699). Sarà presieduta dal vescovo Alfredo Magarotto, tanto legato da profonde convinzioni alla causa di Padre Marco e alla memoria del suo facitore, padre Venanzio. La benedizione che il vescovo impartirà con la reliquia “consacrerà” non una via, ma un’intera zona, solcata dai due ponti di Tremeacque, al nome del Beato Marco “ponte d’Europa”.

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Il Beato Marco all’UTE

Il Comitato per la causa del Beato Marco prosegue la sua opera sul territorio, volta a espandere la conoscenza e il culto al santo frate cappuccino (tale dilatazione costituisce la finalità-principe che il comitato si è dato).
In questo senso è apparsa strada da privilegiare il coinvolgimento delle Università della Terza Età che riuniscono persone di solito motivate a temi di storia e di spiritualità.
Auspice il presidente Gianni Strasiotto, sono state “visitate” dal Comitato, nelle settimane scorse, le UTE di Porcia (17 gennaio), di San Stino di Livenza (5 febbraio) e di Portogruaro (21 febbraio). Quella di Fiume Veneto – Piergiorgio Zannese in testa – aveva dedicato una lezione al beato ancora l’8 ottobre scorso, mentre gli anziani del comune di Pravisdomini seguiranno le orme di Padre Marco il 15 maggio prossimo.
In tutte le sedi si è scelto di focalizzare il discorso sul contributo essenziale dato dal Nostro alla liberazione dell’Europa, e di Vienna in particolare. Così è avvenuto a cura di Strasiotto sia a San Stino che a Portogruaro, dove Walter Arzaretti ha premesso alcune note sulla vita santa e sulla causa insigne del beato (a Porcia in un significativo parallelo con il Beato Odorico da Pordenone).
Nelle diverse sedi è stato richiamato ai presenti il programma del Comitato di inserimento nella toponomastica di vari comuni di una via intitolata a Marco d’Aviano, certamente motivata ovunque per l’apporto decisivo dato dal cappuccino alla preservazione della pace e della civiltà europea.
Anche in ambiti parrocchiali il Comitato è lieto di attivarsi: registriamo la lezione a una classe di catechismo di Casarsa il 19 febbraio e la conferenza serale in programma il 25 marzo a Ghirano di Prata in preparazione alla solenne intitolazione al Beato Marco, “ponte d’Europa”, dei due ponti di Tremeacque sul Meduna e il Livenza della successiva domenica 6 aprile.

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I Ponti di Tremeacque di Ghirano di Prata intitolati al Beato Marco

A cura del Comitato per la canonizzazione e dei Comuni di Prata, Masuè e Pasiano, verranno intitolati domenica 6 aprile 2014 alle ore 16.00 al Beato Marco D’Aviano i ponti di Tremeacque a Ghirano di Prata. Presiede S.E. Monsignor Alfredo Magarotto vescovo em. di Vittorio Veneto canti delle corali riunite di Ghirano Rivarotta Mansué
– Sfilata ai ponti accompagnata dalla banda musicale di Prata
– Scopertura e benedizione delle targhe d’intitolazione dei due ponti
– Interventi dei presidenti delle provincie: di Pordenone Alessandro Ciriani e di Treviso Leonardo Muraro
– Ritorno con banda alla Cooperativa “Il Ponte”.
Manifesto intitolazione ponti di TRemeacque

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Il Beato Marco conquista gli esperantisti

Il Beato Marco d’Aviano sbarca nel mondo dell’esperanto, la lingua universale grazie alla quale il cappuccino locale potrebbe aspirare a nuove forme di diffusione e di culto. La Ikue, Unione internazionale cattolica degli esperantisti, ha infatti stretto una collaborazione con il comitato di canonizzazione di padre Marco. Il presidente del gruppo, Gianni Strasiotto, ha comunicato a fedeli e simpatizzanti che da qualche giorno la figura del beato d’Aviano è stata inserita nell’apposita pagina Facebook degli esperantisti di tutto il mondo. Nel social network, che vanta decine di migliaia di contatti all’anno, è ora presente l’atto di dolore, cioè la preghiera che il presule era solito recitare per ottenere i tanti miracoli che caratterizzarono la sua esistenza. Di qui l’idea di stampare anche dei santini tradizionali nella lingua universale, inventata a tavolino nel 1872 dal medico ebreo polacco Ludwig Zamenohf e attualmente parlata da più di 30 milioni di persone in 120 Paesi del mondo.

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La cappella del CRO di Aviano dedicata al Beato Marco

La cappella del Centro di riferimento oncologico di Aviano dal 5 marzo è dedicata al Beato Padre Marco : è la prima chiesa in Italia dedicata al cappuccino di origini avianesi. Una scelta motivata dalle virtù taumaturgiche del frate vissuto nel ’600 e dalla vicinanza con il suo luogo natale. Ieri nel pomeriggio si è tenuta l’affollata cerimonia con il vescovo di Concordia Pordenone, Giuseppe Pellegrini. Pur essendo stata realizzata da molti anni, la cappella dell’istituto di cura e di ricerca, al piano terra dell’edificio, non era mai stata dedicata ad alcun santo o beato. E’ il luogo delle cerimonie religiose, ma anche delle preghiere per i pazienti e i loro familiari. Nel momento in cui si è deciso per l’intitolazione, la scelta non poteva che cadere sul Beato avianese, nato a poche decine di metri dall’ospedale. La cerimonia si è aperta con la celebrazione del primo giorno di Quaresima, le ceneri. La cappella al piano terra dell’edificio era gremita da oltre 200 persone, pazienti e loro familiari, dipendenti e avianesi. La messa è stata presieduta dal vescovo Pellegrini e concelebrata dal cappellano che dal 2012 opera al Cro, il parroco di Castello di Aviano don Riccardo Ortolan, e da altri sacerdoti della diocesi, oltre ai seminaristi. Una messa accompagnata dal coro dell’istituto di ricerca “CROmatiche armonie”. Al termine c’è stato il momento dell’intitolazione della cappella al beato. Il vescovo Pellegrini ha ricordato le virtù del cappuccino avianese, ricordando le sue capacità taumaturgiche, riconosciute nei miracoli che ne hanno consentito la beatificazione, ma anche la sua missione di conforto nei confronti di chi si trovava nella sofferenza. Una scelta, quindi, dettata non solamente dalla vicinanza fisica del Cro con Somprado, la località in cui Padre Marco nacque il 17 novembre 1631, ma soprattutto dalla vicinanza con la missione che egli svolse nella sua esistenza. In onore del beato è stata appesa in chiesa una copia del quadro risalente al ’700 che ritrae il cappuccino avianese e che ne è diventata l’immagine, mentre a giorni sarà installata anche una targa con la dedica, in ottone e con quattro croci di Gerusalemme ai lati.

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Immagini da Ferlach (Austria)

Immagini della chiesa di Ferlach (Austria) dove è stata realizzata una vetrata in onore del Beato Marco d’Aviano

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Celebrato il Beato Odorico da Pordenone

Si è concluso nei giorni scorsi il “gennaio odoriciano” che nel primo mese di ogni anno celebra a Pordenone e a Udine il Beato Odorico, francescano missionario in Estremo Oriente, che arrivò dopo un lungo, straordinario viaggio fino in Cina ai primi del Trecento.
La causa di canonizzazione del beato è ripresa nel 2002, postulata dai Frati Minori Conventuali.
Il “collegamento” con il Beato padre Marco è radicato nella comune terra natia, il Friuli, e nella matrice francescana dei due beati, che del resto sono spesso associati dal popolo friulano. I devoti del Beato Marco simpatizzano dunque anche per questa causa missionaria e francescana.

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Pubblichiamo le foto di Mara Colonnello dei presepi presso la statua del Beato MArco ad Aviano

presepe 2

presepe 1

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Padre Marco predica alla folla

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