“Al tempo di san Gregorio papa in Roma e di san Carlo Boromeo in Milano, ambi questi due gran santi, trovandosi queste due città gravemente afflitte per una crudele pestilenza, in publiche procesioni si fecero vedere scorere le città vestite di cenere, con piedi scalzi, una fune al col[l]o, con le lacrime a gl’occhi et con le voci dolenti implorare la divina misericordia; et ne furono esauditi… [Non ci] si può trovare in pegior stato di quello si trova [ora]: onde ci vole penitenza grande e vera, et con il core veramente pentito gridare a Dio misericordia. Dio ci aiuti, essendo il bisognio estremo” (lettera all’imperatore Leopoldo I d’Austria, 9 dicembre 1688)
“Li peccati d’omis[s]ione [sono] molto più gravi di quelli di comis[s]ione; mentre quelli di comissione sono in danno di sola persona sua, quelli d’omis[s]ione sonno di danno e perdite di moltissime anime … et ne seguitano li peccati, di conseguenza che si multiplicano in numero grandissimo” (12 maggio 1689)